Veneto

sabato 30 gennaio 2010

Fumoso progetto per una fumosa opera

Pubblico un'ennesima dimostrazione di come il progetto della Pedemontana Veneta sia portato avanti senza una precisa volontà di collaborazione con i cittadini. Ancora una volta un esempio di come la politica non va fatta.

Ieri sera (29/1/10) al Teatro Comunale di Falzè di Trevignano si è affrontato, su iniziativa dei Comitati di Treviso e Vicenza e con la collaborazione di Legambiente Trevignano, il tema degli impatti che avrà sul nostro territorio questa opera pubblica.
Dalla Relazione del Prof. Giacomini dell’IUAV è emersa chiaramente la carenza progettuale relativamente agli aspetti degli impatti acustici ed ambientali.
La cartografia depositata, e sulla quale si dovrebbero fare le Osservazioni previste dalla “Legge Obiettivo” è poi estremamente carente: sono evidenziate chiaramente la sola linea stradale, le altimetrie e la lista degli espropri, mancano le sezioni particolari, i confini delle fasce di rispetto, il reticolo idraulico e le viabilità rurali; tant’è che è emersa dall’assemblea la richiesta di proroga dei termini e della presentazione di una cartografia più dettagliata.
È stato sottolineato inoltre come il progetto definitivo risulti addirittura più impattante del progetto preliminare: molti tratti che erano previsti in trincea sono ora definiti in sopraelevato, emblematico il caso del Comune di Volpago, così com’è da approfondire la questione del Casello di Povegliano.
Per parte mia credo sia opportuno che la valutazione delle differenze di impatto tra i due progetti, e di quelle che sono le modifiche necessarie alla vivibilità del nostro territorio trovino risposta in un confronto tra il Consiglio Provinciale e i Comitati e le Associazioni ambientaliste, oltre naturalmente al già avviato lavoro tra Amministrazione Provinciale e Comuni interessati.

Stefano Dall’Agata – Sinistra Ecologia e Libertà
Capogruppo Sinistra Democratica Provincia di Treviso

venerdì 29 gennaio 2010

Stop agli inceneritori di Unindustria Treviso: la vittoria della politica

Esprimo grande soddisfazione per l’approvazione dell’Emendamento alla
Legge Finanziaria della Regione Veneto presentato dal Consigliere Piero
Pettenò e sottoscritto da una ventina di altri Consiglieri Regionali.

L’emendamento va a chiudere gli iter di valutazione degli impianti di
incenerimento di rifiuti speciali in assenza di un Piano Regionale
apposito, e di fatto blocca i due inceneritori di Unindustria Treviso
proposti a Silea e Mogliano Veneto.

Si tratta di una vittoria della Politica, quella con la P maiuscola,
capace di confrontarsi con la popolazione e di far valere l’interesse
generale a discapito del profitto di pochi. E che giunge a coronare un
percorso che ha visto la mobilitazione di cittadine e cittadini, di
Associazioni, di 10 Comuni delle Province di Treviso e Venezia, nonché
dell’intero Consiglio Provinciale di Treviso, che con due Ordini del
Giorno aveva respinto i due impianti di incenerimento per rifiuti
speciali, l’ultimo dei quali frutto del lavoro della IV Commissione
Ecologia e sottoscritto da tutti i Capigruppo.

Ora si può serenamente affrontare la questione dell’innovazione nel
Ciclo dei Rifiuti, approfittando delle opportunità che il sapere e la
tecnologia mettono a disposizione per ridurre, riusare e riciclare
sempre più i rifiuti, capendo che Rifiuti Zero non è un’utopia, ma un
obiettivo a cui pragmaticamente si deve tendere.

Stefano Dall’Agata - Sinistra Ecologia e Libertà
Consigliere Provincia di Treviso

la nostra Puglia


La vittoria di Nichi Vendola alle primarie pugliesi è stata un successo travolgente che va al di là delle più rosee aspettative, che pure molti di noi coltivavano.

Termina così una vicenda paradossale che aveva visto il maggior partito della coalizione che in questi 5 anni ha retto la Puglia, prima annunciare a livello regionale la ricandidatura di Vendola e poi, smentito dai vertici nazionali, mettere in piedi una battaglia politica senza esclusione di colpi per far rinunciare il governatore uscente a candidarsi. La cosa sconcertante è che questa battaglia politica non sia stata ingaggiata in base ad una valutazione negativa degli anni di governo della Puglia, ché anzi, dentro il contesto di un sud Italia ancora prigioniero di logiche antiche, la Puglia sembra costituire una eccezione positiva, “un pezzo di Europa dentro il meridione” come è stato detto. Bensì la battaglia del Pd si basava su un disegno strategico nazionale di alleanza con l’UDC e di non alleanza con la sinistra. E’ stato poco sottolineato, infatti, come Vendola non sia solo il governatore uscente della Puglia, ma anche il leader politico nazionale di Sinistra Ecologia Libertà, un movimento assente dai grandi mezzi di informazione ma presente nella società in tutto il paese. Qualcuno voleva dunque portare la testa di Vendola in dono a Casini per dimostrare di fare sul serio nel voler rompere qualsiasi legame con la sinistra. I cittadini che in massa, e in misura del tutto straordinaria, hanno partecipato alle elezioni primarie, e che certamente sono per la stragrande maggioranza elettori del PD, hanno fatto sapere nel modo più chiaro possibile di non essere d’accordo con quel tipo di politica. Quei cittadini hanno anche sancito l’affermarsi di un leader politico di razza, uno di quelli che riesce a sintonizzarsi con il sentimento popolare, che riesce a coagulare un suo popolo attorno alle speranze e alle attese che in lui si incarnano. Uno che dice che il populismo berlusconiano “non si batte fuggendo dal popolo, ma andando incontro al popolo”, offrendo con ciò a tutto lo schieramento alternativo alla destra una chiave di uscita dalla crisi profonda dalla quale il centro-sinistra non riesce a schiodarsi. Da oggi il centrosinistra dovrà fare i conti con una presenza e una risorsa nuova, che non proviene dai salotti di Vespa o di Floris, che si è affermata nei fatti a dispetto della campagna nazionale bipartisan volta a relegare nell’oblio tutte le espressioni politiche e sociali del paese rimaste sotto le soglie di sbarramento fissate da chi controlla le regole del gioco. E’ l’occasione giusta per ripensare alla necessità di rifondare un centrosinistra serio, fatto di pluralità e di capacità di stare assieme senza scomuniche reciproche e con la voglia di dare una prospettiva reale di un’Italia diversa. La candidatura di Bonino in Lazio e di Vendola in Puglia ci raccontano del fallimento dell’asse con l'UDC come unico perno di un futuro possibile, e della ricchezza di risorse che un rinnovato schieramento di centrosinistra può mettere in campo. Il PD dovrà riflettere a fondo su questo punto, perché è da qui che può ripartire una nuova speranza.

Questa vicenda non è solo pugliese ma parla anche dell’Italia e del Veneto. Come non vedere che anche quassù al Nord qualcuno ha pensato che la priorità fosse sacrificare tutto all’alleanza con l’UDC, nonostante l’evidente apporto nullo in termini di voti di questo rapporto tutto da costruire? come non vedere il fastidio con il quale è stato vissuto ai piani superiori il movimento di popolo che si è speso per una sindaca trevigiana capace di alimentare entusiasmi e speranze, in un contesto dominato da disperazione e rassegnazione ? In Veneto non sono intervenute delle primarie a esprimere gli umori e i desideri del popolo di centrosinistra, e dunque hanno provveduto i rappresentanti politici a tessere la proposta di candidatura per le prossime elezioni. E ci ha pensato l’UDC veneta a strappare la tela dell’accordo strategico nazionale nella quale il PD la voleva avvolgere.

Ora, per realizzare una coalizione ampia e competitiva, va costruita una proposta programmatica seria, che sappia interpretare una possibilità di sviluppo della regione alternativa all’idea della destra, a partire dalle questioni del lavoro e dell’ambiente, e che parli ai cittadini, in carne e ossa, di questa regione, con le loro attese, le loro occupazioni e preoccupazioni. Perché la candidatura Bortolussi non appaia un’operazione semplicemente di risulta, una volta caduto l’accordo con l’UDC, o come la scelta del meno alternativo alla destra tra i candidati possibili, appare indispensabile e urgente la messa in campo di un progetto e di un programma all’altezza della sfida elettorale e della sua difficoltà.

Luca De Marco
coordinatore provinciale di Sinistra Ecologia e Libertà - Treviso

giovedì 28 gennaio 2010

Sul PTRC Veneto


Pubblichiamo le conclusioni di Oscar Mancini, Responsabile Dip. Ambiente e Territorio Cgil Veneto e aderente a Sinistra Ecologia Libertà, sul nuovo Piano Territoriale Regionale di Coordinamento


La relazione al Piano propone giustamente un "terzo Veneto" capace di archiviare la crescita quantitativa, orientato alla ricerca della qualità e alla tutela dei valori territoriali compromessi o messi a rischio dall'attuale modello di sviluppo. La grave crisi economica in atto, da un lato, e quella ecologica, dall'altro, richiedono una riconversione ecologica del sistema produttivo, capace di sostenere un'occupazione qualificata partecipando alla divisione internazionale del lavoro con produzioni a maggior valore aggiunto. Il Veneto ancora nel 2006 aveva una quota del 12,3% del valore delle esportazioni nazionali, secondo solo alla Lombardia. Ma la quota di merci esportate ad alto contenuto tecnologico scende a poco più dell'8%. Per non parlare della spesa in Ricerca e Sviluppo che vede il Veneto precipitare al misero 0,6% del PIL(sotto l' 1,1% dell'Italia), contro l'obiettivo del 3% previsto per il 2010 da Lisbona.

E invece quello che sembra prospettare la Giunta Galan con il combinato disposto Piano edilizio ("piano casa") e PTRC è uno sviluppo trainato dalla rendita della speculazione immobiliare. Centinaia di pagine di studi, analisi, descrizioni, perorazioni ed anche talvolta apprezzabili dichiarazioni d'intenti sono vanificate dalla vaghezza e dalla inconsistenza delle norme. C'è però una norma decisamente prescrittiva: quella che consente alla Regione di avocare a se' le aree di maggior valore espropriando i comuni delle loro competenze.

Può essere questo un terreno su cui costruire un'alleanza con il sistema delle autonomie locali per contrastare dal basso questo piano sciagurato. Qualche esperienza ci dice che è possibile. Il nostro intento è quello di riorganizzare il territorio sulla base di un progetto capace d'integrare gli aspetti funzionali con quelli paesaggistici, culturali e ambientali. Sappiamo invece che l'obiettivo è un altro: togliere qualsiasi ostacolo alla realizzazione dei grandi progetti di valorizzazione immobiliare dalle denominazioni accattivanti ma assolutamente devastanti per il territorio come hanno messo in evidenza le tante associazioni e comitati nati per contrastarli.

La speranza è affidata alla crescita della coscienza civile delle popolazioni e alla capacità delle istituzioni più vicine ai cittadini d'interpretarla. E' una speranza che poggia sulle tante mobilitazioni che nascono nei territori, anche nel Veneto.

Il recente servizio di "Report" ci ha mostrato qualche esempio. Qui c'è un nuovo campo d'azione anche per la CGIL. Come ha detto Epifani concludendo l'assemblea delle Camere del Lavoro il tema della tutela del territorio è parte integrante della nostra strategia. Anche per questa via passa il nostro obiettivo di riqualificare la contrattazione confederale territoriale.


Oscar Mancini (Responsabile Dip. Ambiente e Territorio Cgil Veneto)

Querele della memoria

Apprendiamo con dispiacere che la querela a mezzo stampa contro Ousmane Condè, presidente dell'Unione degli immigrati di Vicenza promossa dalla giunta leghista di Montecchio, cade giusto durante le celebrazioni del "Giorno della Memoria". Un giorno per testimoniare, gli anni di terrore e razzismo che hanno scosso l'intero continente europeo durante la seconda guerra mondiale. Un giorno per ricordare le persecuzioni degli ebrei, degli zingari, degli omosessuali...in parole semplici, dei "diversi". Certo, altri tempi, altre condizioni sociali, economiche e politiche, eppure quando la Lega Nord, partito di governo, propone il "White Christmas", o di sparare sui barconi degli immigrati, ci rendiamo conto che il germe dell'intolleranza è ancora vivo sotto l'epidermide del Paese.
Il signor Ousmane oggi porta avanti una battaglia solitaria, difficile, onesta, contro questa cattiva politica e un pregiudizio che troppo spesso viene cavalcato da partiti politici populisti come la Lega.
Si batte contro la delibera del comune di Montecchio che rende difficile, alle famiglie immigrate, anche solo poter condividere un tetto.
Si batte perché anche a Vicenza ci sia, come in moltissime altre città d'Italia, il consigliere aggiunto in rappresentanza degli immigrati ; si batte perchè in Italia si dia agli immigrati il diritto di voto amministrativo;si batte perché l'immigrato onesto non sia trattato da diverso, ma come persona integrata nella società vicentina.
Ed oggi, per le sue belle battaglie e per le sue giuste richieste, il signor Ousmane si ritrova pure querelato, quasi che l'invocazione dell'art. 3 della Costituzione Italiana (che fissa il principio di uguaglianza senza discriminazioni di sesso, razza, lingua, di religione, di opinioni politiche e di condizioni personali e sociali), sia un gesto eversivo ed offensivo, punibile a querela.
Al sig. Condè Ousmane esprimiamo la nostra solidarietà e il sostegno alle battaglie per il pieno riconoscimento dei diritti civili degli immigrati.

Davide Vittorelli
Coordinamento regionale Sinistra
Ecologia Libertà

domenica 24 gennaio 2010

Noi, Bortolussi e il Veneto che vogliamo


Sinistra Ecologia e Libertà del Veneto valuta positivamente la scelta del Partito Democratico di ricondurre la coalizione, per affrontare le elezioni regionali, al Centrosinistra, abbandonando definitivamente ogni tentazione di subalternità all’area moderata. Questo è oggi ancora più apprezzabile di fronte alla conferma della condanna del senatore Cuffaro, uno dei più autorevoli esponenti nazionali dell’UDC, per collusione con la mafia.

L’indicazione alla coalizione di Giuseppe Bortolussi quale candidato alla Presidenza del Veneto sblocca una situazione di stallo ed impone una tempestiva puntualizzazione del Programma che dia un senso politico all’alleanza di centrosinistra su per presentarsi ai cittadini del Veneto.

La crisi economica ha nettamente peggiorato le condizioni di vita e di lavoro, con una forte crescita di disoccupazione, precarietà, insicurezza che impone precise riposte a chi si candida a governare il Veneto.

Nel definire programma e candidato presidente la coalizione di centrosinistra deve rispondere a priorità programmatiche quali:

- La piena e buona occupazione

- I diritti sociali e civili

- Il territorio e l’ambiente

- La difesa dei beni comuni

La definizione delle scelte di merito su queste questioni è prioritaria e determinante per condividere la scelta del candidato presidente.

In questo quadro Sinistra Ecologia Libertà ribadisce l’appello ai Socialisti, alla Federazione della Sinistra, agli ambientalisti, per la costruzione di una lista comune che rafforzi, su una prospettiva unitaria, la lotta nelle istituzioni e nella società veneta per il lavoro, l’ambiente i diritti.

Andrea DAPPORTO Claudia DAMBROS

Portavoce di Sinistra Ecologia e Libertà del Veneto